Sento dire tanti no all’accanimento terapeutico, ma io aggiungo un no all’abbandono

Una sala gremita, un pubblico in assoluto silenzio con l'attenzione che a tratti lascia spazio alla commozione, tanto che, nell'applauso finale, qualcuno ha le lacrime agli occhi. 
Così si è svolto al Meeting 2022 l'intervento di Maurizio Marzegalli, referente per l'assistenza ai minori in Fondazione Maddalena Grassi,  sul tema "L’ABISSO FRA L’ESSERE SOLI E AVERE UN ALLEATO. LA PASSIONE PER LA CURA". 
Precisa, puntuale, sostanziata da dati scientifici, la relazione di Marzegalli ha rivelato la passione di chi quasi si è trovato per caso in questo percorso, a partire dall'urgenza di assistere proprio uno dei suoi nipotini. 
"Nonno orgoglioso di Benedetto", si è definito, prima ancora che medico cardiologo con più di 40 di lavoro come primario di Pronto Soccorso, "che mi sta ascoltando in prima fila e ormai, a dispetto di chi lo definiva incompatibile con la vita, è un ragazzino di 17 anni".
Marzegalli non ha fatto sconti a nessuno, rifuggendo il peana con il racconto di ciò che funziona ma anche delle tante criticità e problemi aperti, a tratti drammatici, a partire dalla ormai lacerante e cronica mancanza di personale. "Non riusciamo ad assistere tutti e sicuramente non guariamo nessuno, ma di una cosa sono convinto: l'accanimento terapeutico, che rifiutiamo, è l'altra faccia dell'abbandono, altrettanto drammatico. I nostri bambini, mio nipote" - ha concluso "non sono la malattia, hanno la malattia. I nostri bambini sono il Mistero davanti al quale noi abbiamo scelto di stare".